I gigli hanno 3 petali, i ranuncoli 5, i delphinia 8, i tageti 13, gli astri 21, i girasoli 34, e così via: 55, e 89, e 144... Che cosa significano questi numeri? Ok, mettiamoli in ordine:
1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144. 233, 377, 610...

Nel 1654 il matematico toscano Leonardo Pisano, meglio conosciuto come Fibonacci, partendo dall’osservazione della proliferazione dei conigli, si rese conto che la natura seguiva una precisa progressione numerica: 0, 1, 2, 3, 5, 8, 13… e così via all’infinito. La conosciamo come Serie di Fibonacci.
Ma quale rapporto unisce tutti questi numeri? Ecco il segreto:
“0 + 1 = 1; 1 + 1 = 2; 2 + 1 = 3: 3 + 2 = 5; 5 + 3 = 8; 8 + 5 =13...”

Semplice: “Ogni numero che si succede è uguale alla somma dei due che lo precedono”. A partire dal terzo numero, “1,2,3...”, il rapporto fra numeri consecutivi costituiscono una costante che si presenta con un numero assurdo, irrazionale, che non finisce mai e non si saprà mai come va a finire: 1,6180339887...
Un due tre... Via!” Come nel gioco dei bimbi.

Immagino Pitagora che dice: “Maledetto il teorema a cui ho dato il mio nome: ‘in ogni triangolo rettangolo l’area del quadrato costruito sull’ipotenusa è sempre uguale alla somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti’. Ero sicuro d’aver trovato il lògos nell’idea che i numeri spiegano la Natura. Poi ecco quell’ozioso di Ippaso che si mette a giocare con la radice quadrata di 2 e ti scopre che alcuni numeri non sono esprimibili con numeri interi né con frazioni, ‘Numeri irrazionali’, che non finiscono mai e nessuno saprà mai come vanno a finire, neppure gli dei. È un’idea scandalosa, assolutamente blasfema, che manda a rotoli tutta la mia bella teoria e l’idea stessa di infinito. Quindi ordino che rimanga un segreto: se qualcuno di voi, allievi matematici, si lascia sfuggire un solo accenno sarà condannato a morire annegato”. Questo deve aver detto Pitagora che non era in grado di confutare la dimostrazione di Ippaso da Metaponto con la logica, allora lo fece da tiranno. Ma quel numero più volte infinito avrebbe messo in crisi intere generazioni di matematici: numeri “irrazionali” la cui rappresentazione decimale è infinita e non periodica.

Il più conosciuto numero “irrazionale” è il PiGreco:
3.14159265358979323846264338327950288419716939937510582097494459230781640628620899862803482534211706798214808651328230664... e così all’infinito.

Questo numero venne chiamato Phi e considerato talmente prezioso da essere definito numero aureo. Roba alchemica, esistono molte formule e filastrocche che permettono di ricordare un certo numero di cifre del PiGreco.

Un esempio: “Ave o Roma, o Madre gagliarda di latine virtù, che tanto luminoso splendore prodiga spargesti con la tua saggezza. Che n’ebbe d’utile Archimede da ustori vetri sua somma scoperta?” Il ‘Segreto’ è semplice: basta contare le lettere di ogni parola. Cosicchè, tra tutti i simboli finora incontrati, è il Cerchio, un poligono dal numero infinito di lati, il più misterioso.

Tratto da "La Spilla del Farmacista", libro terzo: I Simboli di Salute

La matematica è crudele,