Oscar Brilli, con il suo romanzo collettivo, "Voci dal Centro", parte da un consiglio del Prof. Franco Basaglia: «Se vuoi comprendere la malattia occorre entrare nella dimensione del malato".
Il romanzo è la Voce degli ospiti di un Centro Diurno ASL di Salute mentale che l'autore frequenta da una decina di anni, prima come volontario, ora come amico mezzo matto.

Oscar racconta la sua strenua lotta con la Signora Lea, che lo sveglia ogni notte, che vuole denunciare per stolking, una dolorosissima Cefalea a Grappolo che rischia di farlo diventare pazzo.

Durante una solitaria camminata in montagna incontra un vecchio amico che gli racconta la sua storia di Coniglio Matto e lo invita a frequentare un Centro Diurno. Oscar è malato, il dolore fa diventare egoisti, Oscar ascolta il racconto dei matti ma non gliene frega niente, non esprime opinioni, non emette sentenze, non dispensa consigli. Così tutti vanno a raccontare a lui la loro storia e il romanzo diventa collettivo, Voci dal Centro.

Si parte direttamente dal dolore per guardare il faccia la paura in un flusso di coscienza a tratti assurdo, a tratti fantastico, persino esilarante. Finché lo sguardo si spinge al di fuori, nel mondo dei sani, per giungere a Roccavalle, il Paese del Depressi pentiti, dove si scopre che la pazzia è un elemento totalmente relativo.
In tutti i romanzi che si rispettino c'è sempre la dicitura: "Ogni riferimento a cose e persone...", ma il nostro non è un romanzo rispettabile e mai si potrà sapere ciò che è falso e ciò che è vero,, sembrerà falso ciò che è vero, e vero ciò che è falso.

( 360 pagine, 17x12 con bandelle,. euro 18.00, il copertina la cornea destra di Oscar Brilli)

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