Sappiamo che la prima cosa che fa il dolore è creare rigidità, una contrazione. La durezza è il primo moltiplicatore del dolore. Allora noi facciamo l’opposto, creiamo morbidezza e sciogliamo la contrazione. Noi abbiamo imparato che in natura il morbido vince sempre il duro, quindi il dolore che vuol far male è già un nemico in seria difficoltà.
Appena localizzato il dolore ascoltiamolo tranquillamente, con calma, ascoltiamolo come si ascolta un bambino che cerca di esprimere un disagio, cerchiamo di farlo stare tranquillo, mettiamolo in condizione di esprimere quel che vuole comunicarci. Ovviamente per un tempo giusto, altrimenti è il bimbo comincia a fare capricci.
Durante tutto questo gioco continuiamo a fare il bambù. Dove è che il dolore crea rigidità? Spesso è alle spalle, a volt alla bocca dello stomaco, oppure alla cervicale… Localizziamolo, ascoltiamolo, sciogliamolo e scarichiamolo a terra come se fosse un pezzo di ghiaccio che fa una pozza d’acqua sul pavimento.
Di nuovo ascoltiamo il dolore e cerchiamo di valutarne la percezione su una scala da uno a cinque.
Chiaramente il fattore ‘durezza’ è solo uno degli elementi che contribuiscono ad aumentare o lenire il dolore. Un altro elemento è la ‘immedesimazione ‘ nel proprio dolore (secondo il meccanismo Wind Up di cui abbiamo parlato nello studio sul Dolore Cronico)., ma di questo parleremo in una prossima dispensa.
Dispensa 1 - La postura eretta
Dispensa 3 - La Croce di Cartesio
Dispensa 4 - Il Cavallo di Delio
Dispensa 5 - Il Teorema di Lavazza
Dispensa 7 - La Respirazione Addominale Profonda